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La critica ha sempre insistito sul carattere poetico dell'opera di Giorgio Bassani "Il giardino dei Finzi-Contini", senza mai pensare ad approfondirne l'aspetto fiabesco evidente. Il racconto bassaniano ha infatti una dimensione favolosa che contribuisce all'instaurazione di un'atmosfera magica, spesso atemporale e fatata, che è una delle caratteristiche del romanzo. Sono molti nel racconto i personaggi che sembrano direttamente usciti da una fiaba, come Micol e suo padre, il professor Ermanno, o ancora Jor, vero drago protettore. Autentici aiutanti-donatori, essi partecipano alla creazione di un microcosmo composto di luoghi fiabeschi classici: la caverna, la foresta incantata, il castello fatato, la torre e la scala elicoidale in cima alla quale vive una ragazza solitaria e prigioniera. Il libro propone un'analisi approfondita della simbologia degli ingredienti fiabeschi presenti nel romanzo di Bassani, dimostrando che la vicenda è pervasa da elementi narrativi che propongono al lettore un "patto fiabesco" le cui atmosfere tendono al meraviglioso. Nonostante nel romanzo manchi il tradizionale happy end - la principessa infatti non viene conquistata, e anzi muore tragicamente - vedremo che, come in ogni fiaba, l'essenziale non sta in una fine edulcorata, quanto nell'itinerario dell'eroe, che attraverso pericoli e prove si arricchisce di un'esperienza che gli permette di maturare.